Estratti dalla dispensa preparata da Giò Carbone ad uso di insegnanti e studenti di LAO©
I greci chiamavano toreutica l’arte di lavorare il metallo in incavo e a rilievo. Sotto questo nome erano compresi sbalzo, cesello, intaglio e incisione, tiratura a martello, formatura su stampi, saldatura e assemblaggio di parti eseguite con tecniche diverse. Il metallo più usato era il bronzo, ma anche argento e oro erano impiegati per foggiare ornamenti arricchiti da decorazioni geometriche, floreali o figurative.
Le origini della toreutica rimontano a un periodo intorno a tremila anni a. C., presso gli egizi. Anche dai sumeri ci sono giunte preziose opere sbalzate .
Il lavoro di decorazione sui metalli e con i metalli era considerato una delle arti principali in Grecia. La toreutica fu praticata sin dai tempi più antichi, e Omero fa spesso riferimento alla decorazione di armature, spille e coppe, accuratamente descritte.
Sono stati recuperati molti esempi dell’arte toreutica dalle tombe micenee , in modo particolare le splendide coppe di oro del sito greco di Vaphio (Vafiò), vicino Sparta, della fine del V secolo a. C.: in esse figurano scene vivaci, tutte lavorate a sbalzo, che rappresentano uomini che cacciano tori.
Nel mondo greco ellenistico l’argento fu il metallo più impiegato per lavori di questo genere. Vasi d’argento incisi e sbalzati furono molto ricercati, a Roma, nel II e I secolo a. C. e ne furono importati in grande quantità.
Plinio il Vecchio elenca gli artisti preminenti nel cesellare 6l’argento. Il più celebre fu Méntore, che lavorò forse intorno al 100 a.C. : le sue coppe erano molto apprezzate a Roma, e Crasso pagò 100.000 sesterzi per due di esse. Marziale parla spesso di Méntore, e Properzio lo paragona a Mys, che raffigurò la battaglia dei Lapiti e dei Centauri sullo scudo di Atena Pròmachos, una statua di bronzo opera di Fidia.
Una brocca fabbricata da Boeto è rammentata da Cicerone nelle Verrinae.
[1] Cfr. Enciclopedia Treccani, alla voce sbalzo.
[2] È probabile che la tecnica dello sbalzo e del cesello su lastra metallica che poggia su un supporto cedevole (e quindi molto simile al cesello come viene tuttora praticato) sia stata sperimentata per la prima volta nelle civiltà Micenea e Cretese, in un periodo risalente al XIX sec. a.C. Gli artigiani micenei furono maestri nella lavorazione dei metalli e nell’oreficeria.
Il termine “cesello” indica il complesso di una tecnica che si sviluppa in due fasi distinte: lo sbalzo e il cesello.
Lo sbalzo è la tecnica che permette di fare emergere forme a rilievo da una lastra metallica. Il lavoro non comporta alcuna abrasione o incisione ma soltanto uno spostamento del metallo.
Le forme si sbalzano (si tirano fuori) lavorando dal retro dell’oggetto, e il disegno sarà poi modificato e rifinito cesellando il lavoro dal davanti.
Il metodo di lavoro consente di ottenere figure in rilievo, per mezzo di ferri opportunamente sagomati (i ceselli) e con l’aiuto di un martello adatto a questo scopo, che può avere peso diverso, secondo i volumi e le superfici da lavorare.
I risultati che si possono ottenere sono molteplici: dalla semplice decorazione di una superficie, alla modellazione di disegni e figure che si staccano dalla superficie della lastra, alla realizzazione di oggetti a tutto tondo.
I metalli che possono essere lavorati sono molti: il rame, l’argento in lega e l’oro giallo, ma anche, con le dovute cautele, l’oro bianco e l’oro rosa, il ferro dolce, il palladio possono dare buoni risultati.
Attrezzatura necessaria
- Della pece (che ogni orafo/cesellatore prepara secondo le sue esigenze).
- Una base che contiene la pece: solitamente una mezza sfera di pietra o ghisa o marmo o materiale sintetico, corredata di un collare di sostegno realizzato in cuoio, sul quale la mezza sfera può poggiare e ruotare durante la lavorazione.
- Un banco o un treppiede di legno dove poggiare la mezza sfera.
- Un cannello collegato a una fonte di gas, oppure una pistola termica.
- Uno o più martelli da cesellatore (le variabili più importanti sono il peso e la lunghezza del manico).
- Quanti più ceselli possibile. In commercio si trovano pochissime forme, perciò ognuno dovrà fabbricare quelli che gli serviranno.
- Un tasso in ferro o acciaio per rimestare la pece quando è calda.
Il supporto (la pece): caratteristiche e ricette
Per sbalzare e cesellare una lamina metallica è necessario un supporto che garantisca allo stesso tempo cedevolezza e contenimento.
Negli ultimi cinquemila anni questo supporto è stato realizzato con mescole diverse a seconda del luogo e dell’epoca e ha avuto nomi diversi. Benvenuto Cellini lo chiamava stucco. Altri lo chiamano mastice.
In molti paesi europei e anche in alcuni paesi del continente americano si usa una mescola di color rossastro, a base di ceralacca, dura, friabile, poco elastica.
In Italia si preferisce una mescola a base di bitume ossidato, di color nero.
Non c’è in commercio una buona pece pronta all’uso, e sfortunatamente è sempre più difficile reperire i diversi componenti necessari alla realizzazione del composto che si preferisce, cioè più o meno dura, più o meno elastica, più o meno resiliente.
La pece da cesellare già pronta che si trova in commercio è di pessima qualità e non se ne conosce la composizione, cosa che permetterebbe forse di modificare quel prodotto con l’aggiunta di elementi emollienti o indurenti.
A seguire
Il testo completo della dispensa sarà consegnato ai partecipanti.
Corsi brevi su questa tecnica sono organizzati ciclicamente dalla scuola. Per gli aggiornamenti sulle date scrivere a info@artiorafe.it, oppure seguire la pagina del calendario https://www.artiorafe.it/corsi/corsi-scuola-arti-orafe/