Estratti dalla dispensa preparata da Patrizia Meloni ad uso di studenti di LAO©.
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Con il Consolato di Napoleone nel 1799 e con l’inizio del nuovo secolo, la gioielleria, favorita da una maggiore stabilità finanziaria e politica, ritorna ad avere grande sviluppo ma con un uso ancora limitato di diamanti. Nel 1804, quando Napoleone è incoronato imperatore, la gioielleria non ha più freni; la passione della moglie Giuseppina per abiti e gioielli determina una svolta significativa: ritorna il grande fasto a corte con bellissimi abiti e parures di gioielli realizzati in diamanti e pietre preziose. La gioielleria del tempo dell’Impero è un misto di tradizione classica e di stili del XVIII secolo. Il tipo di gioiello più diffuso è la tiara, ornamento per la testa, formato da un disegno di foglie e bacche d’alloro.
Un elemento essenziale delle parures neoclassiche è il pettine, realizzato con denti in metallo o in tartaruga e decorato con materiali diversi.
Il classicismo napoleonico riporta in auge cammei e intagli montati su semplici cornici unite da catenelle per decorare tutti i tipi di gioielli.
anche i mosaici romani e i mosaici fiorentini sono inseriti su montature variamente decorate e collegate da catene multiple.
Un ruolo importante nella gioielleria della prima metà del secolo è svolto dalla produzione in ferro che ha origine in Germania intorno al 1804, quando nell’artigianato del ferro si realizzano anche tutti i tipi di gioielli. I primi modelli sono geometrici, fatti di fili sottili intrecciati e smaltati in nero; in seguito, con l’influsso neoclassico, si producono medaglioni fatti con la fusione a stampo e uniti tra loro per formare collane e bracciali.
Un altro materiale abbondantemente usato è l’acciaio, già apparso nella produzione del secolo precedente.
Nel 1814 cade l’Impero Napoleonico, ritornano i Borboni con Luigi XVIII e iniziano i cosiddetti anni della Restaurazione. La moda cambia profondamente: si abbandonano gli abiti stile Impero e il punto-vita ritorna al suo posto, sottolineato da cinture con fibbie preziose; le maniche si ampliano nelle parte superiore e le acconciature si arricchiscono di pettini e spilloni.
Si producono preziosi gioielli con diamanti in stile naturalistico che dominano sino alla fine del secolo.
Il periodo 1830-1890 è il più mutevole e complesso che la storia del gioiello abbia mai attraversato, a causa di un processo continuo e contemporaneo di riscoperta degli stili storici. In Francia e in Inghilterra, sotto l’influsso del Romanticismo, nasce l’interesse per il mondo medioevale; questo si manifesta nella gioielleria con disegni architettonici di stile gotico che fanno da sfondo a dame, cavalieri, angeli (foto 8), oppure nei gioielli con iscrizioni in caratteri gotici (foto 9).

Foto 8. Spilla. Argento e smalto. Fr. D. Froment Meurice. 1850 ca. London, Victoria and Albert Museum.

Contemporaneamente anche il Rinascimento gode di rinnovato favore: si producono spille e pendenti realizzati con i soggetti e i materiali preferiti nel XVI secolo (foto 10).

In tema di revivals si assiste alla ripresa di temi e tecniche della Grecia classica e dell’arte etrusca, dando origine alla cosiddetta gioielleria di stile archeologico (foto 11).

Il romano Fortunato Pio Castellani è il primo a dedicarsi alla riproduzione archeologicamente accurata dei gioielli classici.
Tra i motivi decorativi ricorrenti nella gioielleria europea intorno alla metà del secolo, il serpente è il favorito, realizzato per lo più in oro e turchesi o in oro e smalto e decora collane, bracciali e spille (foto 12).
Foto 12. Spilla. Oro, smalto, diamante, rubino e perla. 1840 ca. Mercato antiquario.
A seguire…
Le dispense complete di storia del gioiello della Professoressa Patrizia Meloni sono consegnate agli studenti che frequentano uno dei corsi annuali di oreficeria o disegno, ma studenti esterni possono seguire anche solo questa materia https://www.artiorafe.it/corsi/brevi-e-seminari/